LA QUINTA LEZIONE DI FILOSOFIA DI BOMBETTO DA CORAGGIO AL PICCOLETTO! 
-Ma guarda chi ci ha portato il gatto! Che fai qui, Bombetto?! Sapendo di trovarci ai giardini pubblici a quest'ora, non dirmi che hai deciso di farti una cultura e raggiungerci per discutere con noi di filosofia perché non ti crederei mai!-  
-Suvvia, Pesellino, non infierire! Non vedi che muso lungo che ha il nostro allievo, oggi? Forza, Bombetto, raccontaci cosa ti ha reso tanto triste.-
-Sto marinando la scuola perché non voglio più andarci, ma non sapevo proprio dove recarmi...-
-Perché non vuoi più andare a scuola?-
-I miei compagni non fanno altro che prendermi in giro perché mangio la erre! Mi rendono la vita un inferno, così ho pensato che se marino spesso la scuola mi bocceranno e finalmente mio padre smetterà di mandarmi in quel posto orrendo.-
-Cosa t'importa del raglio dei somari? Ignorali... sono solo degli stupidi.-
-Sarà, però è me che fanno sentire stupido.-
-Se è così allora devi fare come l'ateniese Demostene!-
-E cioè?-
-Lui aveva come te problemi di pronuncia e come te non lo sopportava perché voleva convincere tutti d'essere stato derubato dai suoi tutori... capisci che non poteva farlo mentre ridevano della sua parlantina.-
-Cosa fece allora?-
-Allora con grande forza di volontà prese ad allenarsi giornalmente per migliorare la sua dizione. Sappi, caro Bombetto, che non solo ci riuscì, ma divenne anche il più grande oratore di tutti i tempi!-
-E' vero! Imparò a parlare tanto bene che fu spinto a scrivere quanto diceva  ed ebbe dopo l'ammirazione dei più importanti oratori delle generazioni seguenti.-
-Perché cosa scrisse di tanto importante?-
-Scrisse le Filippiche contro il re macedone Filippo II che considerava il più grande nemico di Atene... certo le conosci anche tu visto che mi accusi sempre di lanciarti delle “Filippiche!-
-Ma non le aveva scritte l'oratore romano Cicerone?-
-Marco Tullio Cicerone fu un suo grande ammiratore e chiamò Filippiche le orazioni che scrisse contro Marco Antonio intitolandole “Filippiche”! Stava solo imitando però il ruolo politico di Demostene, infatti accusò Marco Antonio di essere un nemico di Roma come Filippo II lo fu di Atene.-
-Insomma, Bombetto, buttarsi giù di morale non serve a nulla... inizia invece ogni giorno ad allenarti a dire la lettera erre in vari modi ad alta voce, specialmente usando le frasi con cui vuoi mandare a quel paese i tuoi tirannici compagni!-
-Ma questo Demostene poi riuscì a farsi rispettare dai suoi compagni... voglio dire dagli ateniesi?-
-Certo! Sappi che alla sua morte gli ateniesi fecero innalzare una statua gigantesca in suo onore!-
-Va bene, allora cercherò un posto dove stare solo ad esercitarmi ad alta voce su come mandare a quel paese i miei compagni. Vi saluto e grazie del consiglio.-
-Maestro, ora che lui si è allontanato devo dirle che non siamo stati corretti...-
-E perché mai?-
-Beh, almeno per onorare la verità, dovevamo dire a Bombetto che la statua venne eretta solo dopo la morte di Demostene, cioè dopo il 322 a. C. e come ben lei sa, prima i suoi nemici praticamente lo costrinsero a suicidarsi.-
-Scherzi?!!! La verità deve essere sempre sorretta dalla pietà!  Il povero Bombetto ha bisogno di coraggio e ciò che conta  è essere riusciti a darglielo!-
-Già, ma se a quel ragazzo viene in mente di andare a leggere la storia di Demostene su internet? Di sicuro dopo ci accuserà di essere dei bugiardi senza onore e non crederà più a nulla di quanto diciamo.-
-Ebbene, io concordo pienamente con il proverbio che dice “Beata ignoranza”! Il nostro allievo essendo molto pigro non penserà mai a fare ricerche e resterà quindi ad ignorare quanto potrebbe turbarlo! Tranquillo quindi, il nostro onore resterà intatto e nulla potrà così allontanarlo dai suoi studi per migliorare la pronuncia!-
 
(FAGR 29-01-2022)