INGANNI AD ARTE 
-Che cos'hai oggi, Pesellino? Non ti avevo mai visto con un muso così lungo? Ti ha forse disgustato il pranzo che ti ho offerto a base di tofu?-
-Lei cucina sempre male e ormai ci sono abituato! Ma no, è che sono stato ingannato e la cosa non mi va giù!-
-Racconta. Lo sai che sei il mio allievo preferito e se posso ti aiuto sempre.-
-Per forza! Sono il vostro unico allievo! Comunque sì, so che se potete mi aiutate in ogni occasione, questa volta però non c'è  proprio nulla da fare per me.-
-Posso però cercare di tirarti su il morale, no? Su, dimmi!-
-E va bene. Un professore mi ha fatto credere che avrei avuto una cattedra all'Università, invece voleva solo rubarmi il posto d'insegnante di un ragazzino. Appena mi sono licenziato ha preso lui il mio posto e riso in faccia per la mia ingenuità!-
-Ah, caro allievo, come dice il proverbio: “Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”.-
-Se lei, caro maestro, pensava di tirarmi su il morale con i proverbi, l'avverto che si è sbagliato di grosso.- 
-No, ti tirerò su il morale narrandoti la storia di Giulio Cesare Vanini, lo conosci?-
-Mai sentito.-
-Ebbene era nato in Puglia nel 1585 da una famiglia benestante. A 18 anni entrò nell'ordine carmelitano e per compiere gli studi di teologia si trasferì a Padova in modo da poter frequentare l'Università. Lì venne in contatto con il gruppo capeggiato da Paolo Sarpi, il quale alimentava le polemiche contro il papa Paolo V...-
-Chi è questo Paolo Sarpi?-
-Era un dotto cittadino della Repubblica di Venezia, teologo, religioso, scienziato, letterato e storico. Egli si opponeva al centralismo monarchico della Chiesa cattolica attirando molti seguaci e tra questi vi fu anche il nostro Vanini.-
-Mi faccia indovinare... questo Vanini andò nei guai con l'Inquisizione?-
-Ovviamente si attirò addosso i sospetti delle autorità religiose appena incominciò a fare commenti inopportuni, così venne allontanato dal convento di Padova e messo in attesa di disposizioni disciplinari.-
-E lui dopo cosa fece?-
-Fuggì in Inghilterra con il confratello genovese Bonaventura Genocchi e dopo si fecero entrambi pubblicamente protestanti.-
-Niente meno?! E come se la cavarono all'estero?-
-Malissimo. Alle alte autorità della Chiesa cattolica non andò giù che due frati si fossero fatti ugonotti e si organizzò perciò di tutto per farli tornare all'ovile. Persone autorevoli vicine al papa gli assicurarono il perdono papale...-
-Che corrisponde alla mia cattedra di Università, vero?-
-Esatto. In Inghilterra si venne a sapere del loro tenere il piede in due scarpe, così sia Vanini che l'amico frate, finirono in carcere. Riuscirono poi a tornare in Italia, naturalmente decisi a dimostrare la loro buona fede come era stato richiesto dagli alti prelati cattolici.-
-Già, i poveretti volevano solo ottenere il perdono papale per non essere processati dall'Inquisizione fin da quando partirono dall'Italia...-
-Invece scoprirono presto che il perdono papale era stato promesso solo per togliere loro la protezione dei protestanti. Appena Genocchi venne arrestato a Genova, Vanini si rifugiò in fretta e furia in Francia. Era però quello un brutto periodo per gli italiani residenti lì. Governava a quel tempo Caterina de'Medici al posto dei figli ancora giovani e i francesi che la odiavano, guardavano male chiunque venisse dall'Italia.-
-Ahi! Mi sa che le cose per lui si misero male!-
-Per questo ti racconto la sua storia in modo da consolarti! Tu hai perduto solo un lavoro con l'inganno, ne troverai un altro! Lui invece perse la vita!-
-Lo uccisero i francesi?-
-No. Riuscì a fuggire dalla Francia e riparò in Spagna, ma solo, braccato, senza amici, fu catturato e purtroppo dopo molte torture, tra cui il strappargli la lingua, venne arso sul rogo.-
-Beh, non mi sento affatto meglio di prima! Ma in che mondo viviamo? Dov'è la giustizia per me e per Vanini vilmente ingannati?-
-Mio caro allievo, concordo che la giustizia divina a volte è lenta, però risulta sempre certa e inesorabile. Vanini era un uomo colto, un letterato eccellente e quanto scrisse messo al bando subito dopo la sua morte nel 1619, prese ad  ad essere pubblicato in Francia già a partire dal 1623 nonostante i divieti della Chiesa cattolica. Incominciò così la sua fortuna filosofica di libertino erudito che si spanderà poi in tutta Europa.-
-Mi sta dicendo, maestro, naturalmente per tirarmi su il morale, che potrò avere giustizia dopo la mia morte?-
-Ebbene, chissà, magari anche prima, però sì, il tempo darà giustizia prima o poi a tutti.-
-Lo sa, maestro, che adesso mi sento più depresso di prima?-
-Che ne pensi di mangiare un bel dolce al tofu? Magari riuscirà dove io ho fallito!-
-Ne dubito, però proviamoci lo stesso... sono troppo disperato. Ci versi almeno sopra del gelato cioccolato per togliergli il brutto sapore che ha solitamente o i miei lamenti finiranno per opprimere anche lei!-
 
(FAGR 19-03-2021)