IL SERIAL KILLER CINESE LIU PENGLI 
-Pesellino, indovina chi viene a cena questa sera!-
-Non saprei proprio... lei invita sempre solo me.-
-Questa volta ho invitato anche l'appuntato Scheggia e il commissario Strozza!-
-Cosa?!!! Mi dica che sta scherzando per favore!-
-Niente affatto. Li ho incontrati per la strada e si sono mostrati più simpatici del previsto. Scheggia ha perfino riso delle mie battute sulla sua faccia da tartufo...-
-Per tutte le mutande bucate di questo universo! E' già un miracolo che non l'hanno arrestata sui due piedi... cosa le è saltato in mente di invitarli qui a mangiare?!-
-Te l'ho detto, sono stati gentili, così li ho invitati  per gustare la mia ricetta forte: la frittata con i tartufi.-
-E Scheggia non si offeso neanche con questa sua nuova uscita sui tartufi?-
-No. Anzi, ha riso e accettato allegramente di gustare la mia specialità.-
-Incontriamo parecchie persone gentili, però lei non le ha mai invitate a cena. Cosa hanno detto di speciale?-
-Sai che sto scrivendo un trattato sulle menti criminali e loro mi hanno parlato di un serial killer che non conoscevo... pensa, il secondo conosciuto della storia, vissuto nel 144 a. C., venuto dopo solo le famose avvelenatrici di Roma del 331 a. C.-
-Mi stupisce che con le ricerche da lei fatte gliene sia sfuggito uno... come mai?-
-Perché si tratta di un serial killer cinese e devo confessare che avevo completamente dimenticato di frugare nella storia orientale.-
-Cinese? Avevano storici in Cina fin dal 144 a.C.?-
-Eccome! Si tratta dello storico Sima Qian. E' lui a raccontare di Liu Pengli, un nobile della dinastia degli Han, figlio del principe Xiao di Liang, cugino dell'imperatore Jing Han, dedito ad efferatezze inimmaginabili.-
-Un principe malvagio, dunque?-
-Di più! Purtroppo lo fecero re della città di Jidong e con tale potere si divertì molto a terrorizzare i sudditi, i quali nei suoi 29 anni di regno, arrivarono perfino ad aver paura di uscire di casa.-
-Mutandacce lerce! Come mai nessuno in tanti anni si è mai lamentato?-
-Essendo Liu Pengli imparentato con la famiglia reale non osavano denunciarlo, finché non lo fece il figlio di una delle sue vittime che si recò dall'imperatore Jing Han a raccontare tutte le brutalità da lui compiute con l'aiuto del suo esercito di schiavi.-
-Fu mandato a morte spero.-
-Macché! I funzionari di corte chiesero la sua testa, ma l'imperatore non sopportando che un suo cugino venisse ucciso, preferì punirlo togliendogli ogni bene e mandandolo in esilio. Dopo di questo nobile malvagio non si sentì più parlare.-
-Questo tipo le servirà molto per il suo trattato di criminologia.-
-Esatto! Ora sai perché mi accingo a preparare la mia frittata con tartufi... a proposito mi dai una mano?-
-Ah no! Non intendo restare. Se arrivano prima potrebbero bloccarmi qui e poi arrestarmi per colpa di qualche sua infelice uscita! Me la do a gambe, maestro!-
(FAGR 12-05-2020)