Il taccuino di ISABEL 
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MASCHERE DI CARNEVALE 
ARLECCHINO 
Tra le maschere della Commedia d'Arte ancora amate oggi, vi è Arlecchino.  
Questo personaggio nasce a Bergamo come un servo sempre alla ricerca di una vita migliore che è disposto ad ingannare e a tradire pur di avere successo.  
Carlo Goldoni (1707 – 1793) nel Settecento, lo farà parlare all'interno delle sue commedie anche in veneto, senza però cambiare la sua natura allegra, credulona nonché ingenua, portata a fare dispetti e a dire bugie. 
Il suo costume ha i pantaloni aderenti e la giacca sfiancata con toppe multicolori; il suo viso è sempre ricoperto da una maschera nera con vistose sporgenze vicino agli occhi nonché munita di mascelle accentuate simili a quelle dei goffi diavoli che si dipingevano nel Medioevo.   
Una leggenda vuole che una madre molto povera, fosse intenzionata a far partecipare il figlio ad una festa di carnevale, ma non avendo nessun costume, con delle pezze di stoffa colorate avanzate  dal suo lavoro di sarta, gliene cucì uno bellissimo, il quale ebbe tanto successo da essere richiesto da molte signore l'anno seguente per i loro figli.
 
PULCINELLA 
La maschera di Pulcinella nasce a Napoli come zanni, vale a dire come personaggio di servo della Commedia d'arte italiana. Egli ha un carattere inaffidabile, pauroso e il suo solo pensiero è mangiare; per riempirsi lo stomaco è disposto a dire bugie, a rubare, ad imbrogliare e anche a prendere botte, ma non a lavorare.  
Il suo costume è a fantasma con un camicione, i pantaloni e il cappello bianchi; le maniche sono talmente lunghe da coprire le mani e per  spezzare il colore bianco, ha solo una cintura nera in vita che mette in risalto il suo pancione, emblema di un carattere pigro con l'ideale del “dolce non far niente”. Il suo volto è sempre ricoperto da una maschera nera provvista di un spropositato naso aquilino.
 
PIERROT 
Pierrot è il nome francese di Pedrolino, una maschera italiana della Commedia d'arte che ebbe grande successo in Francia e ancora oggi, è amatissima in tutto il mondo, tanto da essere tra i personaggi preferiti dei mimi. Egli era uno zanni (un servo della Commedia dell'arte) molto diverso da Arlecchino e Pulcinella sempre pronti ad imbrogliare, al contrario possedeva un carattere  onesto e molto devoto al suo padrone. Sensibilissimo, Pierrot era sempre pronto a commuoversi e a versare lacrime sul palcoscenico conquistando ogni volta in tal maniera il pubblico. Si era sposato con Franceschina, la quale però lo trattava sempre da sciocco e non esitava mai a tradirlo, nonostante egli l'amasse e la rispettasse. Il suo costume è tutto bianco con tre grossi ponpon neri sul camicione, pantaloni larghissimi e un cappello nero a calotta. Non ha nessuna maschera per nascondergli il viso, il quale veniva dipinto semplicemente di bianco dall'attore con una lacrima nera sulla guancia.
 
COLOMBINA 
 
Colombina è la più celebre tra le servette della Commedia d'arte italiana. E' una maschera nativa di Siena che ebbe molto successo sui palcoscenici. La si copiò con i nomi di: Diamantina, Pasquetta, Franceschina e Ricciolina in tutta Italia, anche se la sua variante più conosciuta è quella con il vestito a toppe colorate come Arlecchino e chiamata Arlecchina. 
Sulla scena Colombina è una serva che favorisce gli intrighi amorosi della sua padrona e talvolta arriva anche a mentire, ma sempre a fin di bene. Nonostante ella sia molto corteggiata e portata per la civetteria, rimane sempre fedele al suo fidanzato che in genere è Arlecchino.  
Per sopravvivere Colombina che è sicuramente una donna chiacchierona e parecchio maliziosa, ma alquanto intelligente, usa unire furbizia  ad una profonda sensibilità femminile conquistando così sempre il suo fidanzato, il quale  finisce in ogni occasione per obbedirle.  
Il suo costume è provvisto di un corpetto aderente e un'ampia gonna a balze; indossa poi un grembiulino bianco con tasche per infilare i messaggi segreti della sua padrona e una giacchetta rossa orlata da passamaneria dello stesso colore della gonna. In testa la bella Colombina ha sempre la crestina tipica delle cameriere e le sue scarpe anche se  basse, possedono in genere un fiocchetto decorativo che le rendono molto graziose. Non ha mai una maschera sul viso, solo un po' di trucco con spesso un neo vistoso sulla guancia.
 
PANTALONE 
Pantalone è una delle maschere più antiche di origine veneziana e alcuni dicono che il suo nome derivi da un santo molto famoso a Venezia, Pantaleone. Egli nella Commedia d'arte italiana interpretava la parte del padrone costantemente scontento e che per questo brontolava sempre. Possedeva un carattere avido e meschino, talmente attaccato al denaro da non esitare a sacrificare sua figlia per non perderlo.  
Pantalone è di età avanzata e in ogni occasione, appare intento a piangere miseria, nonostante sia ricchissimo. Il suo costume è con casacca e calze rosse (colore amato in passato dai mercanti veneziani), cappello nero, nonché ciabatte sempre nere senza tacco, provviste di punta rivolta in alto all'orientale. Egli porta anche un mantello nero molto ampio, maniche larghe e una maschera sul volto munita di naso uncino e barbetta aguzza.
 
DOTTOR BALANZONE 
Il dottor Balanzone è una maschera bolognese il cui nome alcuni dicono derivi da “balla”, una parola in volgare per definire una bugia. Nella Commedia d'arte egli rappresenta il dottore che sembra sappia tutto e invece non sa niente. Balanzone usa paroloni in lingua latina, gesticola da sapiente per incutere soggezione, è molto sensibile al fascino femminile (ma mai ricambiato) e nonostante miri a far colpo con il suo sapere, non riesce mai a guarire nessuno.  
Fiera e presuntuosa, questa maschera apprezza molto la cucina bolognese e per questo, viene munita di grossa pancia.  
In molte commedie il dottor Ballanzone ha per servitore Arlecchino e cerca di sposare la figlia di nome Rosaura (o Beatrice) o il figlio Florindo (o Lelio).  
Come Pantalone è un personaggio pedante e meschino, creato per prendere in giro i personaggi del Seicento molto boriosi. Il suo costume consiste in un abito nero con polsini e gorgiera bianchi; porta sulle spalle un'ampia toga nera con un largo cappello nero in testa a tesa rigirata e di norma, non disdegna gli occhiali.