SCUOLA DI ANONIMI 
 
-Caro Pesellino, è risaputo che una scuola può divenire celebre solo se da essa escono giovani preparati talmente bene da eccellere in qualche disciplina!-
-Non è esatto, caro maestro, e fa piacere ogni tanto poterla cogliere in fallo! Nella storia dell'arte esiste un'eccezione e si tratta della Scuola di Fontainbleau, il cui nome deriva dall'omonimo castello menzionato storicamente per la prima volta all'epoca del re francese Luigi VII. Ebbene questa scuola d'arte cinquecentesca non rese famoso il nome di nessun pittore, eppure essa lo è.-
-Perbacco! Hai ragione, Pesellino! Quando si trova la dicitura sotto un dipinto con scritto “Scuola di Fontainbleau”, viene indicato solo il movimento artistico della famosa scuola francese sviluppatosi nel Cinquecento e mai un artista! In effetti si trattava di una scuola completamente disinteressata ai nomi dei suoi componenti e di questo periodo in Francia rimasero note solo le opere fatte dagli italiani diffusori del Manierismo all'interno del Castello, ma non quelle dei francesi che lì studiarono e lavorarono.-
-Chissà a chi venne questa balzana idea che ci priva del piacere di studiare la vita di più pittori, anche se devo dire la verità, io per questo fatto non piango di certo.-
-La “Scuola di Fontainbleau” fiorì sotto il regno di Francesco I, il quale affascinato dall'arte classica sorta in Italia, la volle portare anche in Francia; forse fu proprio lui a preferire di pubblicizzare la scuola e non gli artisti, datosi che a quel tempo non si muoveva foglia senza il suo permesso. Quando questo re francese iniziò a chiamare gli artisti italiani alla sua corte per decorare il Castello di Fontainbleau (tra cui vi furono Rosso Fiorentino, Primaticcio, Andrea del Sarto, Paris Bordone e Nicolò dell'Abate), si preoccupò solo di abbellire la sua dimora e di rendere onore alla scuola da lui voluta.-
-Per caso questo Francesco I era così geloso degli artisti da decidere di non farli passare alla Storia per paura che potessero offuscare la sua gloria di fondatore di una scuola d'arte? Per tutti i perizoma saettanti! Se fosse così, possedeva un cervello davvero bacato!-
-Non hai tutti i torti, ma se fosse così, devi ammettere che è riuscito perfettamente nei suoi intenti! A lui si dà il merito se si diffuse velocemente la corrente pittorica manierista anche in Francia e se nacquero dei veri capolavori in quella terra già dal Cinquecento.-
-La particolarità che ci siano parecchi capolavori come: "Eva prima Pandora", “Diana cacciatrice” e "Gabrielle d'Estrees con sua sorella" di autori anonimi, a quanto pare non importa poi molto a nessuno oggi. Conosce qualcuno che ci perde il sonno e si alza alla mattina chiedendosi chi sia mai il pittore che dipinse "Diana cacciatrice"?-
-No, ma qualche nome di pittore supposto esiste. Il nome di Jean Cousin il Vecchio ad esempio, anche se citato dai critici con timidezza giacchè si sta parlando di un quadro non firmato, comunque a lui viene attribuito il famoso dipinto: "Eva prima Pandora".-
-E che prove certe posseggono? Hanno strofinato a lungo le loro "sfere di cristallo"?-
-No! I critici d'arte devono aver confrontato il tipo di pennellata e altri particolari di "Eva prima Pandora" con un altro lavoro di Cousin, in ogni caso certissimi non lo sono.-
-Se non sono sicuri loro, figuriamoci allora come potrei esserlo io!-
-Comunque questa scuola è un caso unico al mondo. Nel Cinquecento spesso rimanevano senza firma le opere degli artisti commissionate dai borghesi, ma mai quelle dei ricchi signori, i quali desideravano sempre le firme degli autori.-
-Beh, almeno così i francesi potranno dire di avere portato delle novità nel campo artistico già dal Cinquecento!-
-Non è una novità artistica non firmare un lavoro pittorico, stiamo parlando solo di un modo originale di presentare un'opera d'arte.-
-Per come sono fatti i francesi, sono sicuro che le risponderebbero: -C'est la vie! Una novità è sempre una novità ed è meglio di niente.-