Il taccuino di ISABEL 
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ORIGINE DELLA MUSICA 
 
Tutte le civiltà dai tempi più antichi svilupparono un loro sistema per fare musica.  
I canti orali furono le prime espressioni dei popoli per esprimere le proprie idee su fatti storici e religiosi; da essi gli scrittori trarranno spunto per le loro storie salvando così i patrimoni delle saggezze più antiche. 
La parola musica deriva dal greco moysa (significa musa). 
Nell'antico Egitto la musica aveva un ruolo fondamentale nelle funzioni religiose e nei divertimenti.  
Una leggenda vuole che sia stato il dio Thot a dare la musica agli egiziani, i quali seppero creare strumenti sofisticati capaci di suonare quinte, quarte e ottave senza nessun problema. 
Oltre che per le celebrazioni religiose, nell'antica Grecia la musica fu usata per i riti magici e fu per questo motivo retaggio di pochi. Solo dal VI secolo a.C. in poi, venne divulgata facendola entrare nel sistema educativo. 
Platone riteneva che la musica servisse all'animo umano come la ginnastica al corpo e Pitagora, fu il primo a trovare i legami con la matematica.  
In Grecia al dio della musica, Orfeo, si diede perfino il potere di commuovere il duro cuore del dio dell'Oltretomba, Ade, il quale gli permise di andare a trovare nel suo regno sotterraneo per cercare la moglie Euridice; egli tornò poi sulla terra sano e salvo (cosa che il dio degli inferi non permetteva mai a nessuno). 
Gli strumenti preferiti dai greci   furono la lira (o cetra) tra quelli a corda, l'aulos tra quelli a fiato e tamburi e cembali (piatti), tra quelli a percussione. 
Dal 146 a.C. la Grecia sarà sottomessa alla potenza di Roma, la quale affascinata dalla cultura dei vinti, se ne lascerà completamente influenzare.  
La musica romana però, se erediterà dal mondo greco il sistema tecnico musicale, sarà comunque più vivace e perderà il suo peso nella società venendo considerata adatta solo agli spettacoli e ai divertimenti (non più in grado di istruire moralmente l'uomo come avvenne nella Magna Grecia). 
Le sue capacità di influire sulla vita spirituale, verranno riprese invece dal Cristianesimo che come l'Ebraismo, amò la musica corale. 
Nel Medioevo si produrrà tantissima musica e non solo sacra; essa sarà sostenuta dai regnanti che la useranno per le cerimonie ufficiali, per gli spettacoli teatrali, per il ballo (nel Medioevo la passione per il ballo sarà altissima) e anche per la recitazione di poesie. 
Una importante testimonianza della musica profana di questo periodo, fu quella dei trovatori, poeti cantori che vagarono di corte in corte cantando l'amor cortese. 
Il primo sistema musicale per trascrivere composizioni in modo simile al nostro, fu messo a punto da Guido d'Arezzo (992 ca – 1050), inventore di una scrittura diastematica capace di indicare le diverse altezze delle note.  
L'evento che permetterà maggiore diffusione della musica, avverrà però nel XVI secolo con la nascita della editoria musicale. 
Nel 1501 a Venezia si pubblicherà la prima opera musicale: L'harmonice Musices Odhecation di Ottaviano Petrucci e da questo momento, la musica occidentale si svilupperà con straordinaria velocità. Molti saranno dopo i grandi compositori che faranno appassionare sempre di più alla musica e tra i più celebri vi sono Bach nel Seicento, Mozart nel Settecento e Beethoven nell'Ottocento.  
Nel secolo XIX nasce in Italia anche la grande stagione dell'opera con musicisti che acquisteranno fama mondiale e tra questi vi sono: Verdi, Rossini, Donizetti e Puccini. 
Con l'inizio del XX secolo si prende però a cercare nuovi codici su cui basare le composizioni musicali e nuove scale musicali; nel secondo decennio Arnold Schonberg, compositore austriaco neutralizzato statunitense (1874 - 1951), riscriverà completamente la musica fuori dal sistema tonale del passato inventando il metodo dodecafonico. Si ritiene che proprio con questa invenzione inizi la stagione della musica moderna e la sua diffusione, correrà dopo come mai prima.